L’Antitrust ha comminato una multa di 15 milioni di euro alle aziende energetiche per pratiche scorrette in violazione del decreto Aiuti bis che impediva aumenti delle tariffe, prima era toccata alle compagnie telefoniche una multa di 200 milioni per aumenti tariffari immotivati. E i ristori per i consumatori?
È evidente come le aziende che erogano servizi condizionino a proprio uso e consumo il mercato in regime di oligopolio, arrivando alla famigerata modifica contrattuale unilaterale. Un malvezzo che viene fatto passare come regolare. Ma gli extraprofitti, approfittando della crisi economica, delle guerre sempre in atto, persino della pandemia, hanno riguardato case farmaceutiche, banche, trasporti e così via. Il governo ha finto di tassare le banche, ma è stato trovato il meccanismo per salvarle. E mentre Francia e Germania, in maniera diversa, hanno provveduto a calmierare i prezzi, immettendo risorse sul mercato, nel nostro paese si percorre la strada di qualche bonus di difficile accesso. Non solo, ma la continua minaccia del passaggio obbligato al mercato libero dal mercato tutelato mette a rischio il reddito di 10 milioni di cittadini. Siamo davanti all’ennesimo attacco ai redditi e al risparmio dei cittadini, con vere e proprie patrimoniali mascherate, producendo il pericolo di esclusione dai servizi e dai consumi, impoverimento progressivo e attacco alle condizioni di vita. Tanto più che i proventi delle multe non vengono utilizzati per il ristoro dei cittadini ma vengono incamerate dall’agenzia delle entrate, altro che taglio delle tasse.
Ottenere il ristoro è possibile attraverso la seguente procedura :
- Si può presentare reclamo scritto al gestore che ha modificato unilateralmente il contratto. Se dopo 40 giorni non si hanno risposte si può precedere come previsto al punto due.
- È possibile chiedere una conciliazione con ARERA, trattasi di una procedura extragiudiziale gratuita online con la possibilità di assistenza da parte di una Associazione di Consumatori. La procedura deve concludersi entro 90 giorni prorogabili di altri 30 dall’invio della domanda.
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