Lo scivolone del Presidente Rocca (Regione Lazio) merita un approfondimento che va oltre

Il presidente della regione Lazio ha dichiarato che vengono prescritti 200 milioni di farmaci inutili (ma che ci fanno farmaci inutili nei vari prontuari nazionale e regionali?) ugualmente ci sono prescrizioni specialistiche in eccesso con il 20% di utenti che non si presentano. Scoperto il vero problema della sanità regionale?

Il Presidente dimentica che per i farmaci è già attiva la verifica dell’appropriatezza prescrittiva attraverso le note AIFA che definiscono l’uso dei farmaci. Parimenti linee guida e protocolli definiscono prescrittibilità di farmaci e esami diagnostici. Tutto questo cancella di fatto l’autonomia prescrittiva dei medici che non possono più operare in scienza e coscienza perché sottoposti a controlli di tipo amministrativo più che clinico.

Il Presidente dimentica che i farmaci sono usati spesso in risposta a problemi di carattere sociale e che la medicina allopatica di fatto elimina i sintomi proprio attraverso i farmaci, tranquillizzando i pazienti che ritengono che l’assenza di sintomi sia assenza di malattia. A questo si aggiunge la pubblicità miracolistica dell’uso di farmaci presentati con azione immediata per avere una vita serena e attiva. L’insieme di questi elementi costruisce la domanda sociale di farmaci.

Il Presidente parla della medicina difensiva, una trovata pubblicitaria che dequalifica l’operato dei medici. L’utilizzo delle disponibilità diagnostiche che vengono messe a disposizione dei medici diventa una sorta di sperpero di risorse e non un principio di precauzione a tutela della salute del paziente. Senza considerare che la cosiddetta medicina difensiva è oggi la sola forma di prevenzione mirata e non più di mercato. Se il 20% dei pazienti ( dato singolare ) si sottrae agli esami diagnostici è forse perché la lungaggine delle liste di attesa spinge a trovare soluzioni alternative nel mercato privato. La disdetta dell’eventuale e fortunata prenotazione non viene ritenuta necessaria per il discredito che la sanità pubblica ha acquisito negli anni. Per non parlare poi del fatto che la distanza dell’appuntamento determina anche dimenticanze.

Il Presidente forse vuole portarsi avanti con il lavoro sulla riduzione della spesa riducendo prestazioni e farmaci distribuiti. Perché la famosa e fumosa appropriatezza prescrittiva di farmaci ed esami ha proprio la funzione di ridurre del 30% le prestazioni diagnostiche e la distribuzione dei farmaci. È dal 2015 che i governi stanno lavorando nell’ambito dello smantellamento del sistema sanitario pubblico. Oltre a problemi di politica sanitaria, il Presidente deve giustificare l’inefficacia della sua azione nell’ambito della sanità regionale individuando, come al solito, le cause esterne a sistema e governo regionale.

Il Presidente ignora che la collocazione in fascia C, vale a dire a totale carico dei pazienti, sta impedendo la cura soprattutto a degenti anziani definiti fragili quando conviene e dimenticati nella loro quotidianità sanitaria. Alcuni esempi : parliamo di colliri per la cataratta (pre e post operatoria) mucolitici, farmaci per osteoporosi, articolazioni (cartilagini), labirintiti/vertigini, riniti, vascolopatie periferiche/irrorazione celebrale/alterazione dell’equilibrio, neurologici/neurotrofici/coadiuvanti del Parkinson, insufficienza cerebrovascolare/disturbi cognitivi, insufficienza venosa/fragilità capillare, artrosi, lesione e/o infiammazione dell’ernia del disco e nervi periferici, ulcere venose croniche, pressione bassa, prevenzione deficit neurologici ischemici, deterioramento cognitivo lieve dell’anziano, agitazione psicomotoria e/o comportamento psicotico, ipertrofia prostatica, incontinenza, piaghe da decubito. Ne riparleremo.

A rivederci presto presidente!

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