Decreto nuovi LEA… un altro pasticcio!

Il ricorso al TAR e il controricorso con la sospensiva della sospensione, non è il solito pasticcio dilettantesco, ma qualcosa in più.

Vediamo i fatti: il 26 novembre viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM del Ministero della Salute che ridefinisce il nomenclatore delle prestazioni specialistiche ambulatoriali (ferme dal 1996) e le prestazioni di assistenza protesica (ferme dal 1999) e il loro tariffario. Inoltre il decreto introduce nuovi LEA in attesa da anni (almeno dal 2017) di essere riconosciuti e sarebbe dovuto entrare in vigore dal 30 dicembre 2024.

Il ricorso al TAR con richiesta di sospensione del decreto viene presentato da una pletora di operatori privati che giudicano inadeguate le nuove tariffe e addirittura, in alcuni casi, inferiori a quelle in vigore. Il TAR decreta le sospensione del decreto annullando di fatto prestazioni (1113 su 3171 vale a dire il 35%). L’Avvocatura dello Stato interviene sul TAR chiedendo la revoca della sospensiva del decreto perché essa avrebbe determinato il blocco delle prestazioni ambulatoriali, (alle ore 11 del 30 dicembre già si registravano 200.000 prenotazioni con il nuovo tariffario). Conseguentemente avveniva il blocco del sistema informatico già predisposto per le nuove tariffe e il fermo della ricetta dematerializzata al 30 dicembre 2024. Il TAR infine revoca sé stesso e mantiene la data del 28 gennaio 2025 per la discussione nel merito del ricorso gettando nel caos le strutture sanitarie e le regioni.

Quali sono i punti di riflessione che si aprono. Sicuramente il ruolo dei privati e il rapporto pubblico privato in quanto le strutture convenzionate sono in grado di fermare i decreti del governo minacciando di sospendere l’erogazione delle prestazioni ritenute sotto finanziate e rischiando scientemente di mandare in blocco l’intero sistema di prenotazione delle ASL. Il governo che arriva in ritardo sulla questione fa la “cresta” sul finanziamento delle prestazioni, ben sapendo che avrebbe determinato la fine del convenzionamento da parte dei privati che avrebbero erogato le prestazioni a pagamento. Una spinta alla privatizzazione del servizio sanitario e delle sue prestazioni e una riduzione dei famosi e fumosi costi della sanità.

Altro punto di riflessione, ma se il governo non riesce a gestire un passaggio come questo del decreto, pensiamo veramente che sia in grado di chiudere le liste di attesa, risolvere il problema dei pronto soccorso, attivare la medicina territoriale, affrontare il problema della carenza di posti letto e personale???
Oppure è più opportuno pensare ad una seria vertenza sociale sul diritto alla salute!

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