Assemblea dibattito “La salute che ci manca”

Una Sala Nugnes molto attenta ha seguito gli interventi dei tanti relatori nell’assemblea dibattito “la Salute che ci manca: un messaggio alla politica”.

I contributi di Giovanni De Laurentis (No quarta linea Acerra), Antonella Cicale (ISde Napoli nord). Carlo Spirito hanno definito i contorni della questione salute nelle” terre dei fuochi, delle metodologie da praticare per il controllare l’accumulo dei metalli pesanti nei residenti, delle possibilità offerte dalla legge di ottenere dati epidemiologici aggiornati, comprensibili e utili alla consapevole partecipazione delle popolazioni.

Nazzareno Festuccia per Abaco ha parlato della necessità di aprire una vertenza sanità nazionale con una piattaforma comprensiva della carta dei diritti dei sofferenti, a partire dal diritto all’accoglienza decente nei luoghi sanitari e in ospedale in particolare in una situazione generale di imbarbarimento dei rapporti tra SSN e utenza (attese inumane in lista d’attesa, in triage, in OBi in condizioni di disagio fisico e psichico, su sedie, barelle, esposti a freddo o caldo eccessivi…).

Giosuè di Maro per FP CGiL medici ha delineato le prospettive, pessime, disegnate dal governo che contrastano nettamente i toni trionfalistici della premier con il risultato pratico di un aumento esponenziale degli afflussi alle assicurazioni sanitarie, e della clientela nella sanità privata che si distacca dalla massa crescente di colori che rinunciano alle cure. Un fenomeno questo che non è recente ma risale a diverse stagioni politiche passate ma che attualmente sta aumentando in maniera impressionante, un fenomeno che richiede una riflessione profonda su errori e contraddizioni da cui non sono esenti le parti sindacali, compresa la sua confederazione.

Antonio Mancini ha rammendato la profonda delusione degli incontri in Regione durante i quali si registrò il vuoto di comprensione delle problematiche della salute mentale a partire dalla legge regionale dell’84 che era un punto di riferimento per gli operatori di una intera generazione.

Enzo Caporale ha ripercorso i termini del concetto di prevenzione, primaria, secondaria e terziaria e il ridicolo impegno economico che le regioni assicurano nella sua attuazione ragion per cui essa rimane una chimera, enunciata, evocata e puntualmente disattesa: a fronte di un 5% del fondo regionale definito per legge, la regione Campania si e no raggiunge il 2%. Uguale discorso per la medicina territoriale che dovrebbe assorbire il 48% dei fondi regionali e invece frana di fronte alla voracità dei grandi ospedali e della Sanità privata convenzionata.

Pasquale Ruggiero, USB infermieri del Rummo di Benevento, ha descritto una situazione di provincia che è sovrapponibile a quella dei grossi ospedali di Napoli: 70/80 barelle con pazienti in attesa in turni massacranti in una area vasta priva di altri riferimenti di cura.

Dafne Palmieri , comitato trapiantati Monaldi, ha descritto l’angoscia dei genitori dei piccoli cardiopatici della Regione che hanno perso il centro di cardiochirurgia pediatrica che garantiva un’assistenza coerente prima e dopo l’intervento a fronte di un continuo mutamento di rotta e di organizzazione della Regione. La proposta è quella di denunciare per il disservizio e rischi relativi il responsabile regionale dei centri trapianti.

Olimpia Amendola, per l’associazione Dializzati e nefropatici, ha sottolineato la grave carenza di una cultura di prevenzione per evitare il gran numero di portatori di insufficienza renale della nostra Regione, la privatizzazione a tappeto dei centri dialisi e relativi problemi di speculazione, difficile collegamento con il SSR, i numeri infimi di centri pubblici distrettuali che praticano la dialisi domiciliare ,una vera svolta in positivo nella difficile sopravvivenza degli ammalati con insufficienza grave.

Antonio D’Urso, del comitato di Capri, ha parlato della difficile vita degli ammalati cronici nelle isole ,privi di assistenza territoriale , costretti a sobbarcarsi viaggi disagevoli per dialisi, cure oncologiche, esami specialistici e visite ospedaliere il tutto complicato dai flussi turistici che monopolizzano Intere corse su aliscafo e traghetti per via dell’accaparramento dei biglietti delle agenzie.

Davide Dioguardi, comitato No Ddl 1660, ha portato l’annuncio di una manifestazione per sabato 22 a Napoli contro le politiche repressive del governo verso i movimenti che minacciano anche il movimento per il diritto alla Salute.

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