La Basilicata e il Sud Italia abbandonati dal Presidente Bardi e dal Governo Meloni

Da molto tempo noi di Potere al Popolo, Unione Sindacale di Base, Associazione di Base dei Consumatori, Cambiare Rotta e Opposizione Studentesca d’Alternativa avevamo lanciato l’allerta sulla imminente crisi idrica che avrebbe colpito la Basilicata e le regioni limitrofe.

Da molto tempo, monitorando quotidianamente l’acqua presente nelle nostre dighe, avevamo evidenziato la grave carenza della risorsa invasata.

Eppure dal Presidente Bardi e dalla sua Giunta, in tutti questi mesi, sono arrivate solo parole rassicuranti perché c’era chi si stava occupando della situazione.

I progetti avevano ricevuto l’ok dagli organi competenti, gli interventi previsti avevano ricevuto adeguati finanziamenti e i lavori erano stati persino appaltati.

Il resto era puro allarmismo assolutamente ingiustificato perché tutto era sotto controllo.

Passato 1 anno dalla crisi del 2024, che ha investito i comuni serviti dallo schema idrico Basento/Camastra, ci accorgiamo che le rassicurazioni non sono riuscite ad avviare a soluzione i problemi che anzi si sono aggravati, visto che la crisi idrica oggi investe anche i comuni della Val d’Agri, quelli della collina materana, la città di Matera, i comuni del melfese e quelli del metapontino.

Ad oggi, 12 Novembre 2025, nella diga di Monte Cotugno (Senise) ci sono appena 34 milioni di metri cubi di acqua, in quella del Pertusillo 27 milioni, in quella del Camastra 3 milioni e 600 mila a fronte della loro capacità a pieno regime di complessivi 420 milioni di metri cubi.

Ma allora in questo anno che cosa è stato fatto? La Giunta Bardi quali obiettivi ha raggiunto?

Di concreto parliamo solo di alcuni interventi sullo scarico di mezzofondo, sulle paratoie e sull’asta metrica della diga del Camastra che hanno consentito di invasare 2,5 milioni di metri cubi in più.

Ma nulla è stato fatto in ordine allo sfangamento, al rifacimento del paramento di monte e persino su alcune opere accessorie come la sala di controllo al di sopra dello scarico 1, sul box del gruppo elettrogeno, sulla casa di guardia e sulla passerella di accesso.

E per le altre situazioni?

Per la diga di monte Cotugno (Senise), la conclusione dei lavori è prevista per la fine del 2026 mentre per le dighe del Rendina e di Marsico probabilmente ci vorranno anni per la rispettiva realizzazione e messa in funzione.

E per la rete idrica colabrodo? Nessun intervento serio.

La prospettiva? Drammatica, perché mentre i cambiamenti climatici viaggiano alla velocità della luce gli interventi delle autorità preposte alla gestione di invasi e reti viaggiano a scartamento ridotto privi come sono di una regia nazionale sull’emergenza idrica.

E il governo Meloni oltre a sprecare soldi dei contribuenti per il ponte di Messina sta facendo qualcosa?

Assolutamente niente perché non esiste al momento un Piano Emergenziale Nazionale e nemmeno una Regia unica capace di superare i localismi, i regionalismi e le burocrazie di diversa natura che si frappongono e ostacolano la risoluzione del problema.

Non c’è una Governance in grado di gestire questa emergenza che costerà cara alla nostra regione e a tutto il Sud Italia per le inevitabili devastanti conseguenze che questa crisi avrà sulle attività civili, agricole e industriali.

Per queste ragioni Sabato 15 Novembre alle ore 10.30 nel Salone Verde annesso alla Parrocchia di S.Anna si terrà una Conferenza Stampa sul tema: “La Basilicata tra crisi climatica, crisi idrica e di sistema” alla quale prenderanno parte esponenti di Potere al Popolo, Unione Sindacale di Base, Associazione di Base dei Consumatori, Cambiare Rotta, Opposizione Studentesca d’Alternativa, Collettivo UmanitAnxia e i Comitati di lotta di Anzi, Acerenza, Picerno, Lavello e Rapolla.

La conferenza Stampa è aperta ai cittadini, alle forze politiche, istituzionali e sociali della regione.

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