Titolo: “L’Inesorabile Crescita della Povertà in Italia: Uno Sguardo alla Statistica”
La CARITAS certifica i milioni di poveri e definisce la povertà come fenomeno strutturale, vale a dire fa parte integrante del modello sociale ed è impensabile sopprimerla, perché la distribuzione della ricchezza sociale non può essere uguale per tutti.
La Caritas ha certificato 5 milioni e 674 mila poveri assoluti, ( con un aumento di ben 357.000 poveri, rispetto al 2021, vale a dire che poveri si diventa e si rimane) pari al 9,7% della popolazione. Sempre la Caritas certifica ben 14 milioni e 304 mila cittadini in povertà relativa ( vale a dire in condizione di precarietà economica tale che una spesa imprevista fa precipitare nella povertà assoluta ), corrispondente al 24,4% della popolazione. 1 milione e 200 mila bambini vivono in povertà. Oltre un cittadino su tre è in condizione di rischio povertà ed esclusione sociale. EUROSTAT ha certificato che il 63% delle famiglie italiane ha difficoltà ad arrivare a fine mese, in UE la percentuale è 42,3. L’ingresso in UE doveva risolvere i nostri problemi economici, farci lavorare di meno e guadagnare di più. L’impoverimento progressivo ha molteplici motivazioni, lavoro che non c’è, lavoro sottopagato, pensioni al di sotto della soglia di povertà, aumento dei prezzi di beni e servizi, dei quali è progressivamente impedito il consumo. L’inflazione distrugge i già precari redditi e gli acquisti alimentari aumentano in valore nominale ( 4,5% ) e si riducono in volume reale ( 2,5%). A questo va aggiunta l’inflazione occulta determinata dal shrinkflation, vale a dire della riduzione impercettibile della quantità di prodotto nelle confezioni a prezzo pieno. La discesa dell’inflazione, a cui non corrisponde una discesa dei prezzi al consumo, è determinata, oltre che dalla caduta dei prezzi energetici, dalla riduzione dei consumi. Si chiude così il cerchio della povertà intorno a milioni di cittadini. La difesa dei consumatori non può prescindere dall’agire su queste dinamiche in favore dei diritti fondamentali e dell’uscita dalla povertà da parte di cittadini. Questo è il senso delle nostre prime campagne di difesa dei consumatori.
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