Giornata dei Diritti Umani negati
Il 10 dicembre è stata celebrata in tutti i paesi del mondo la Giornata mondiale dei diritti umani.
E proprio in occasione di questa giornata ci corre l’obbligo di ricordare i diritti negati.
Art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948: 1) Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; e ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà …….
Diritto all’alimentazione e caro vita.
Questo anno tante famiglie italiane hanno rinunciato all’acquisto della carne e di altri beni essenziali per l’aumento vertiginoso dei prezzi. Nessun provvedimento importante è stato preso per garantire questo diritto umano. La social card, misura del tutto insufficiente, bagna una platea piccola, prevede 40 euro al mese di contributo alle spese. 40 euro sono l’equivalente di 1,33 euro al giorno insufficienti anche per acquistare un litro di latte. Ulteriore effetto del caro vita la crescita degli acquisti nei supermercati discount alla ricerca di prodotti a basso prezzo e bassa qualità che di certo non aiutano la salute.
Diritto all’abitazione.
In Italia non si finanzia più l’edilizia popolare e chi vive nelle case popolari deve difendersi continuamente da spese condominiali vertiginosamente aumentate per il rincaro carburanti o da esclusione dalla concessione per morosità. Morosità dovuta a condizioni oggettive: perdita del lavoro, precarietà lavorativa, spese mediche impreviste, insomma condizioni di vita difficili. Il mercato privato prevede dei costi per l’affitto che, almeno nelle grandi città, superano di gran lunga gli stipendi.
Diritto alle cure mediche e ai servizi sociali necessari.
In Italia milioni di cittadini rinunciano alle cure per impossibilità di accedere al servizio pubblico nazionale.
Il sistema delle liste di attesa è fallito e sta provocando grave danno al diritto alla cura degli italiani. I tempi di attesa per visite, indagini diagnostiche e interventi chirurgici vanno ben oltre l’immaginabile anche in caso di patologie gravi e che necessitano interventi tempestivi.
Questo produce una evidente discriminazione: chi ha i soldi si rivolge alle strutture private chi non li ha subisce danno.
Lo stesso si può dire per i servizi sociali del tutto insufficienti a garantire l’assistenza tempestiva e generalizzata a chi ne ha bisogno.
Eppure, invece di aumentare la spesa per garantire il diritto alla salute si adottano provvedimenti che non fanno altro che favorire la sanità privata e depotenziare quella pubblica.
A.Ba.Co. ha messo in campo una campagna nazionale sul diritto alla salute e la porterà avanti con tutti gli strumenti possibili per affermare questo diritto fondamentale.
Da 1 anno i nostri sportelli ricevono richieste di supporto dai cittadini che non riescono ad accedere a visite mediche ed indagini diagnostiche. La legge che lo impone c’è ma non viene rispettata. I cittadini che si rivolgono ad una associazione consumatori ci riescono, e gli altri?
Ma il problema principale non è il sistema delle liste di attesa sbagliato ma di fondi che non vengono investiti per garantire questo diritto fondamentale.
Lo stesso vale per il caro vita che certamente non può essere affrontato con le “mancette” date solo a chi sta ben al di sotto della soglia di povertà, e non ci esce da quella condizione con questo tipo di provvedimenti.
Noi continueremo la nostra battaglia al fianco dei cittadini per trasformare i DIRITTI NEGATI veramente in DIRITTI UNIVERSALI UMANI.
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