Perdita di potere d’acquisto, l’allarme di A.Ba.Co: “Lavoratori al collasso, il Governo agisca subito”

Milano, Settembre 2025

L’Associazione di Base dei Consumatori (A.Ba.Co) esprime profonda preoccupazione per i dati allarmanti sugli stipendi in Italia, che smentiscono le recenti dichiarazioni del Premier Giorgia Meloni riguardo la tenuta dei salari nel Sud. La realtà che emerge con forza dai carrelli della spesa delle famiglie italiane è chiara e incontrovertibile: il crollo del potere d’acquisto. Negli ultimi dieci anni, il calo ha superato l’11% a livello nazionale, con punte ancora più alte nelle regioni del Nord, storicamente motori economici del Paese. Questo fenomeno si percepisce persino dalla tipologia degli acquisti alimentari, dove la qualità dei prodotti si abbassa in modo preoccupante.

“I numeri non mentono”, dichiara il Presidente di A.Ba.Co., Dott. Luigi Iasci. “Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, che detengono il primato per la busta paga media più elevata, sono le stesse regioni in cui i lavoratori hanno perso di più. Parliamo di una perdita del 16,5% in Veneto, del 13,4% in Emilia Romagna e del 12,6% in Lombardia”. “La vera beffa risiede, però, nell’apparente tenuta degli stipendi al Sud, ovvero nelle aree dove i salari sono più bassi e dove, perciò, la perdita in termini percentuali risulta meno marcata.”

Ci troviamo quindi di fronte a un impoverimento generalizzato, risultato di un’inflazione galoppante che ha divorato i salari, in particolare a causa dei prezzi dei beni essenziali come alimentari ed energia. “I rinnovi contrattuali, quando avvengono, non compensano in alcun modo l’aumento del costo della vita”, continua Iasci. “La realtà è che il divario con l’inflazione è diventato un abisso, e ciò si traduce in famiglie che ogni mese sono costrette a tirare la cinghia per far fronte a spese non comprimibili. Questa situazione è ormai insostenibile e richiede interventi concreti e immediati”.

A.Ba.Co. chiede al Governo di agire con urgenza attraverso misure concrete:

Rinnovo immediato dei contratti nazionali con aumenti salariali che tengano realmente conto dell’inflazione.
Misure di contenimento e controllo sui prezzi dei beni di prima necessità, in particolare cibo ed energia, intervenendo anche sui fenomeni speculativi messi in atto dalla grande distribuzione organizzata (GDO).
“I lavoratori italiani e le loro famiglie non possono più attendere”, conclude il Presidente Luigi Iasci. “Il potere d’acquisto è un termometro del benessere delle nostre famiglie. Se non agiamo ora, rischiamo un collasso sociale ed economico senza precedenti”.

A.Ba.Co. associazione di Base dei Consumatori

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